Allargare la zona di comfort è un’azione necessaria per la crescita personale. Questo movimento, però, non è indolore. Se ti è mai capitato di parlare in pubblico, saprai di cosa sto parlando. Ma procediamo per passi.
Che cos’è la zona di comfort?
La zona di comfort è quello spazio che mi piace paragonare a una coperta corta, quell’abbraccio di tepore rilassato e confortevole che però lascia il naso o i piedi fuori, al freddo.
Il nostro cervello funziona in modalità economy, minimo sforzo per un’ottima resa.
Da qui le nostre abitudini
- sveglia alla stessa ora
- rituale del bagno e della colazione
- tragitto verso il lavoro
- spesa al supermercato
- qualche minuto sui social, palestra
- un drink con gli amici.
Ognuno ha la sua routine. E questo è anche un bene, perché la routine è un’abitudine che permette di risparmiare energie, basti pensare all’importanza di avere una morning routine o di essere in grado di guidare comodamente la macchina senza dover pensare ogni volta a dove mettere il piede per cambiare la marcia.
Perché quando parlo in pubblico sento ansia e paura?
Quando fai public speaking sei con un piede fuori dalla zona di comfort, cioè al di fuori del confine delle abitudini consolidate. Non capita tutti i giorni di ritrovarsi di fronte a decine, se non centinaia, di occhi puntati addosso.
Il primo impulso è quello di lasciare tutto e scapare, eppure sottrarsi a questa sfida sarebbe un errore, perché significherebbe perdere l’occasione di utilizzare il public speaking per poter allargare la zona di comfort.
La paura la si supera con l’esposizione guidata.
È quello che faccio nei miei training in azienda o nei coaching one on one: accompagno per mano i miei clienti fino a renderli felici di accettare la sfida del parlare in pubblico.
Perché è bene allargare la zona di comfort?
David Foster Wallace, nel suo celebre discorso ai laureati del 2005 “Questa è l’acqua”, scuote gli studenti dicendo loro che per raggiungere una vera libertà, di pensiero e d’azione, occorre guardare con occhi consapevoli la realtà che ci circonda. Ciò significa che la realizzazione personale è un processo di apprendimento continuo atto a capire ciò che è veramente importante. Significa impegnarsi per scegliere i pezzi migliori da aggiungere alla nostra coperta corta, quel piccolo spazio di comfort che allargandosi diventa via via anche più confortevole.
Significa fare il viaggio della vita con un upgrade dal seggiolino standard a quello di una classe superiore.
Come allargare la zona di comfort
C’è un vecchio proverbio che dice che la mente è un ottimo servitore ma un pessimo padrone. Per portare a nostro vantaggio il fatto che la mente è programmata per ragionare in economia, basta quindi partire dalle piccole cose. Non occorre stravolgere la propria vita, ma essere un po’ più pronti al cambiamento nel momento in cui ci si accorge che l’abitudine o la noia, nella vita privata o in quella professionale, la sta facendo da padrona. Basta fare piccole cose che normalmente non si farebbero, come scegliere una diversa marca di biscotti o anche solo sedersi a tavola non al solito posto.
Non dimentichiamo che il public speaking è un momento trigger, ossia quello spazio di tempo in cui, a causa di una stimolazione eccessiva, ogni insicurezza e paura viene sollecitata.
Per questo, ho deciso di suggerirti 5 trucchi per allargare la tua zona di comfort e che potrai cominciare a mettere in atto quotidianamente, ben prima di parlare in pubblico.
Cinque trucchi per allargare la zona di comfort
1. Perché vs Nonostante
A volte basta davvero solo una parola. Troppo spesso ci diciamo: “Non riesco a fare questo, perché non riesco a imparare quello”. Ad esempio: non riesco a imparare l’inglese, perché non sono portato per le lingue; non riesco a parlare in pubblico, perché non sono estroverso. Sostituendo “perché” con “nonostante”, l’informazione che diamo al nostro cervello cambia all’istante: “riesco a parlare in pubblico, nonostante non sia un estroverso”.
2. Leggi libri, vedi film, ascolta musica differente dal solito
Anche le nostre passioni e i nostri svaghi possono risultare ripetitivi, sempre la stessa musica. Leggere romanzi, ad esempio, può aprire la mente a immaginari prima impensabili, così come guardare un genere cinematografico differente dal solito. Tutta l’arte in realtà ha questo potere, di accompagnarci in nuovi mondi, in nuovi spazi del pensiero. Così facendo vedrai che quando ti ritroverai a fare public speaking, sarai in grado di arricchire i tuoi discorsi con esempi, storie, riflessioni del tutto nuove.
3. Frequenta un corso pratico di public speaking
ma anche mettiti alla prova facendo corsi di cucina, di ceramica, di teatro, di tai chi, di una lingua straniera o di una qualsiasi altra attività mai fatta prima. Questo non solo risveglierà nuove parti del corpo facendolo muovere in maniera diversa, ma farà anche aumentare la fiducia in te stesso.
4. Frequenta diversi gruppi di persone
È facile andare d’accordo con il solito gruppo d’amici, con persone che molto spesso la pensano come noi. Molto bello però è anche il confronto con chi ha una visione differente dalla nostra. Concedersi di poter vedere con altri occhi le mille sfaccettature della realtà, contaminarsi con idee differenti, ampliare il proprio cono di osservazione e cogliere l’occasione per praticare l’ascolto attivo che è molto utile nella comunicazione faccia a faccia. Le conversazioni one to one sono parte del public speaking.
5. Viaggia
A seconda delle possibilità, di tempo o economiche, appuntarsi in agenda la necessità di andare a visitare un luogo mai visto prima almeno una volta all’anno. Il mio lavoro di formatore mi porta in diversi luoghi e nelle poche ore libere che ho, non perdo occasione per visitare luoghi, musei e ovviamente ristoranti (ho scoperto ultimamente una favolosa zona di vini nei pressi di Freiburg in Germania che si chiama Kerisersthul) Questo è anche un ottimo modo per utilizzare le skill di public speaker e fare networking.
Come vedi le occasioni ci sono e se non ci fossero possono essere create.
Citazioni sulla zona di comfort
“Una nave attraccata al porto è più sicura, ma non è questo lo scopo per cui è stata costruita” – William Shedd
“L’unica cosa che ti separa dal luogo in cui ti trovi a quello dove vuoi andare è la tua zona di comfort” – Dhaval Gaudier
“La zona di comfort è quel luogo dove si sta bene, ma non benissimo” – Carlo Loiudice
e sì, l’ultima è mia!
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